Primo paese della Valcellina, raggiungibile con un breve deviazione sulla destra dopo i quasi quattro chilometri della Galleria Fara che bypassa la Forra del Cellina, Andreis è posto su una terrazza amena e soleggiata a 455 metri di altitudine, sullo sfondo del paesaggio tormentato del Monte Ciavac, del Monte Resettum e del Monte Raut (2025 m). Un magico luogo di contrasti, di luci e ombre, di dolcezza e asprezza. A colpire il visitatore è l’intatta architettura spontanea del borgo, con lunghi caseggiati di pietra, sviluppati su più piani, e spettacolari balconi in legno con scale esterne, i cosiddetti “dalz” esposti a meridione e dove si mettevano a essiccare le pannocchie e i fagioli. Qui le abitazioni, un tempo con tetti di paglia, quasi si abbracciano racchiudendo ampi cortili e ospitando in estate sinfonie di fiori. E qui, nella serenità di vicoli e piazzette che spalancano incombenti scorci di natura, scorrono sui muri “come in un libro aperto” i versi geniali di Federico Tavan, poeta andreano che ha elevato il friulano locale a vette di valore universale, incarnando i contrasti della sua terra natia.
Il mondo di Andreis è documentato con cura nel Museo dell’Arte e della Civiltà Contadina, un “come eravamo” che ci cala nella vita quotidiana e nell’economia di sussistenza del borgo nella prima metà del Novecento.
Questo clima di “piccolo mondo antico” si ritrova anche nelle minuscole frazioni – Alcheda, Bosplans, Prapiero, Sott’Anzas – con le loro fontane di acqua freschissima. Prima fra tutte quella almeno secentesca di Bosplans, con una vasca ricavata da un unico blocco di roccia. Qui si dissetavano i viandanti che raggiungevano la Valcellina percorrendo il sentiero della Forcella della Croce, prima dell’apertura della strada della Forra agli inizi del Novecento.
Andreis è parzialmente compreso nel Parco Naturale delle Dolomiti Friulane, di cui ospita un Centro visite e un Centro di recupero dell’avifauna ferita, appena fuori dell’abitato e dove spesso è possibile osservare nelle voliere splendidi esemplari di rapaci, tra cui le aquile simbolo del Parco.
Immerso nella natura, Andreis è quindi un punto di partenza ideale per scoprire questo territorio con i suoi forti contrasti paesaggistici.
Lungo la strada per Barcis si può ammirare, con una breve deviazione, il dantesco orrido del torrente Molassa, affluente del Cellina, con la storica osteria sospesa sull’orlo del baratro.
Dolce e solare, invece, il paesaggio di Malga Fara, raggiungibile a piedi o in auto dalla strada che porta alla Forcella di Pala Barzana. Qui si può gustare la genuinità dei prodotti locali e, salendo sulla cima del vicino Monte Fara (1342 m), godere di un panorama che spazia dalle Dolomiti Friulane alla pianura, fino all’Adriatico. Ma probabilmente l’escursione più emozionante, che parte proprio dal centro di Andreis, è l’anello del Monte Ciavac, che attraversa le gole del torrente Ledron, conquista una panoramica forcella e uno spettacolare ghiaione con vista sul Monte Raut e, in prossimità del torrente Susaibes, consente di ammirare gli sconvolgimenti tettonici della cosiddetta Faglia Periadriatica, che qui hanno creato un paesaggio drammatico, dove s’incontrano fossili, specchi di faglia, rocce sgretolate e tormentate dalle forti pressioni. Un luogo alle porte di Andreis, che sembra tuttavia lontano anni luce dall’atmosfera linda e serena del borgo.
Le sette meraviglie della Valcellina
Per scoprire la Valcellina proponiamo sette “panorami digitali” che raccontano i tesori e le peculiarità dei sei comuni della Valcellina e il cuore protetto della Valle: il Parco Naturale Dolomiti Friulane con la Riserva Forra del Cellina.
ANDREIS | Le stranezze dell’acqua